Il consueto appuntamento del terzo giovedì del mese con Brera Musica e gli studenti della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado nella Pinacoteca di Brera si rinnova il 20 dicembre con la tradizionale non-stop, dalle ore 18.00 alle 22.15.
Sarà possibile ammirare l’intera collezione, visitare le splendide sale riallestite e ascoltare i giovani interpreti, che si collocheranno in diverse sale all'interno della Pinacoteca: la scelta del programma di dicembre parte ancora una volta dalle emozioni suggerite dai dipinti.
Gli studenti saranno inoltre disponibili a rispondere alle domande del pubblico, in un inconsueto, dinamico scambio tra le arti.
Il violinista Artem Dzeganovsky sceglie il Polittico della Grazie di Vincenzo Foppa, collocato nella Sala XI, avvolta da un senso di sacralità, per eseguire il suo programma intitolato "La preghiera del violino”, costituito da brani simbolici di temi religiosi: le Fantasie di Telemann, compatte, chiare, esempio di tardo Barocco di luminosa forza immaginifica (Atti degli Apostoli); la Passacaglia di Biber, tratta dalle Sonate del Rosario (Angelo Custode); la Partita in mi maggiore di Bach, attraversata dal tema della morte e della vita (Resurrezione di Dio).
I grandi compositori tedeschi come Bach, Biber e Telemann esprimono la totalità, la preghiera assoluta, attraverso la musica, pur limitati dal suono di un violino solo: la voce di uno strumento che assomiglia però a quella umana, silenziosa e senza parole, che dialoga con Dio.
Gabriele Batia spiega che la sua opera "Consiste nella sonorizzazione del trattato De pictura di Leon Battista Alberti, dal cui testo sono selezionati alcuni brani d’interesse per l’ascoltatore e il visitatore della Pinacoteca. Nell’audio il narratore legge l’opera, impersonando Alberti, mentre campioni di musica polifonica sottoposti a trattamento elettronico commentano il contenuto. Il testo diventa così un suggeritore di rapporti con le immagini, svelandone parte del processo di realizzazione tecnica e compositiva.
La libera associazione mentale dell’osservatore è stimolata dall’intreccio tra i dipinti, il testo e la musica, rinforzando l’esperienza.
Il progetto si articola in 3 fasi distinte e con necessità tecniche diverse.
1. Sonorizzazione del Prologus: in questa fase preliminare è fornito un audio file del Prologus accessibile tramite la pagina del sito di Brera Musica. Il visitatore può collegarsi e ascoltare autonomamente il brano tramite cuffie auricolari nella sala che preferisce.
2. Lettura dal vivo: per la seconda fase è allestita in una delle sale una lettura “live” con narratore ed elettronica pre-registrata. L’opera è ampliata con altri capitoli del trattato di Alberti selezionati per l’occasione. Lo scopo secondario dell'evento è di inaugurare la fase successiva.
3. Installazione temporanea: l'ultima fase consiste nella messa a disposizione di tutti i brani sonorizzati, organizzati suggerendo al visitatore uno o più percorsi tra i dipinti considerati più rappresentativi dei contenuti del trattato. I brani sono accessibili con le stesse modalità della fase 1 tramite smartphone".
L’ensemble di flauti dolci costituito da Chiara Busi, Nao Kirihata, José Manuel Fernandez Bravo intitola il proprio intervento musicale Beauté parfaite. Dal tardogotico fiammingo all’Umanesimo italiano.
Sebbene sia posteriore di almeno un secolo al brano di Antonello da Caserta, il Ritratto di dama di Altobello Melone (1510-1515, SALA XVIII), cui il gruppo si ispira, incarna eloquentemente (per carattere ed ethos della donna raffigurata) quella Beautè Parfaite
cantata dai versi della ballata: Beauté parfaite et bonté sovraine,/grace sans per et douçur esmerée,/me fait languir in contrée lontaine,/en desirant ma dame desirée./Si ne puis pas avoir longue durée/et ma dolour longuemant endurer,/puis que desirs ne me lasse durer.
Collocato tra il tardogotico e l’Umanesimo italiano (come la musica di Johannes Ciconia) il dipinto collega due estetiche che sul piano musicale trovano corrispondenze nel Tandernaken di Jacob Obrecht (compositore di scuola franco fiamminga). Di carattere più triviale e programmatico sono i titoli dei brani di Vincenzo Ruffo e Christopher Tye.
Davide Dipilato, chitarrista, prende spunto, nella scelta del programma musicale, dal dipinto di Paolo Veronese, Cena a casa di Simone il fariseo, nella Sala IX. Fonte di ispirazione è l’intensa luminosità che nasce dal sapiente uso del colore: Veronese procede per contrasti, giustapposizione dei colori puri che si esaltano a vicenda. Un metodo compositivo che rimanda alla fantasia ungherese di Mertz, chitarrista romantico slovacco. Il brano presenta momenti diversi, tanto che il brano può essere suddiviso in varie sezioni, ma senza frammentazioni: tutti gli episodi sono accomunati dalla sincope (l'accento è sul tempo debole della battuta), che richiama il linguaggio ungherese. Anche nello Scherzo, appartenente alla raccolta Bardenklänge op. 13, Mertz procede per contrasti così da far risaltare le diverse sezioni, riuscendo per ben due volte a riproporle con vivacità e sorpresa.
Programma
Artem Dzeganovsky, violino
Heinrich Ignaz Franz Biber, Passacaglia da Sonate dei Misteri
Georg Philipp, Telemann, 3 Fantasie per violino solo
Johann Sebastian Bach, Partita n. 3 in mi maggiore per violino solo
Gabriele Batia, compositore
Gabriele Batia, Sonorizzazione del trattato De pictura - fase 1
Consort di flauti dolci
Chiara Busi
Nao Kirihata
José Manuel Fernandez Bravo
Vincenzo Ruffo, El Perfidioso
Jacob Orbrecht, Tandernaken
Johannes Ciconia
Le Ray au Soleyl
Una Panthera
Antonello da Caserta, Beautè Parfait
Heinrich Isaac, La Morra
Christopher Tye, Sit Fast
Vincenzo Ruffo, El Travagliato
* * * * * * * * * * * * * * * *
Davide Dipilato, chitarra
Johann Kaspar Mertz, Fantasia ungherese e Scherzo
Heitor Villa-Lobos, 5 Preludi
Miguel Llobet
La canço del lladre
El testament d'Amelia
Joseph Kosma -Toru Takemitsu, Amour perdues
Johann Sebastian Bach, Preludio-presto e Allemande dalla Suite BWV 996