Domenica 13 gennaio, ore 17.00
Chiesa di San Giuseppe
via Verdi, Milano, ingresso libero
Benedetto Neri
e la musica sacra a Milano ai tempi di Verdi
Studenti della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado
Mario Valsecchi, direttore
Il primo appuntamento musicale del 2019 dell’Associazione Culturale La Cappella Musicale, domenica 13 gennaio, è dedicato alla musica sacra nel Romanticismo e si inserisce nell’ambito delle attività collaterali alla mostra Romanticismo curata da Fernando Mazzocca ed esposta presso le Gallerie d’Italia in Piazza Scala e Museo Poldi Pezzoli.
Gli studenti della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado, diretti da Mario Valsecchi, saranno i protagonisti di un programma che mette a confronto pagine di musica sacra italiana del Sette-Ottocento con musiche di Anfossi, Sari, Zingarelli, Verdi e Neri.
Il Romanticismo musicale in Italia trova soprattutto nel teatro musicale la sua massima espressione. Le vicende umane più drammatiche, le psicologie spesso complicate dei personaggi, i quadri ambientali più aderenti alla realtà quotidiana e non più a un passato fantastico e improbabile, trovano nel teatro compiuta rappresentazione. Anche in ambito sacro gli stessi compositori non rinunciano a trattare i testi utilizzando il linguaggio drammatico teatrale.
Il programma si apre con Salve Regina di Pasquale Anfossi e Ad fontem amoris di Giuseppe Sarti, saldamente ancorati alle consuetudini formali e ai procedimenti del Classicismo per ritrovare poi, nelle successive composizioni di Nicola Zingarelli e Benedetto Neri, chiari segni di un’evoluzione verso modalità espressive più rispondenti ai suggerimenti drammatici portati dal testo.
La Civica Scuola di Musica Claudio Abbado propone inoltre una rara partitura verdiana, il Pater Noster volgarizzato da Dante, per poi concentrarsi sull’opera sacra di Benedetto Neri, musicista contemporaneo al genio di Busseto e attivo alla Scala, al Duomo e in San Fedele.
Programma
Pasquale Anfossi (1727-1797)
Salve Regina
Giuseppe Sarti (1729-1802)
Ad fontem amoris
Nicola Antonio Zingarelli (1752-1837)
Recitativo Dove son, dove corro?
Aria Giacché mi tremi in seno
Quartetto Presto risorga (da Oratorio della Passione di N. S. Gesù Cristo)
Giuseppe Verdi (1813-1901)
Ave Maria volgarizzata da Dante per soprano solo
Benedetto Neri (1771-1841)
De Radice Jesse
Rubum quem viderat
soprano Chiara Pederzani
mezzosoprano Nam Sooji
tenore Daegyun Jeong
baritono Pietro Miedico
violini Ruggero Fededegni, Matteo Pastori
viola Valentina Cattaneo
violoncello Maria Antonietta Puggioni
contrabbasso Tommaso Fiorini
direttore Mario Valsecchi
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La musica sacra, da chiesa, in particolare quella con precisa destinazione e funzionalità liturgica, vive tra la fine del Seicento e quasi tutto l'Ottocento, in Italia, un periodo per molti aspetti travagliato. La compresenza di spinte e attrazioni diverse fanno sì che coloro che operano in ambito musicale all'interno delle celebrazioni e dei riti si trovino a dover conciliare, spesso a fatica, tradizioni, novità, stili "contrastanti" e difficilmente compatibili. La rapida e diffusa affermazione del teatro musicale, in tutte le maggiori città della penisola e in molti centri minori presso un pubblico sempre più vasto, offre l'opportunità ai compositori più dotati e preparati di divenire figure di sicuro riferimento. La fama acquisita si diffonde anche all'estero da dove giungono commissioni e ingaggi (significativo il successo di Giuseppe Sarti in Russia presso la corte della zarina Caterina II, del principe Potëmkin e, successivamente dello zar Paolo I). La carriera di operista, però, rimase per molto tempo in balia delle esigenze degli impresari, dei capricci dei cantanti e della mutevolezza nel gusto da parte del pubblico. Un impiego solido e costante poteva garantire tranquillità e stabilità economica; ecco che l'incarico di maestro di cappella presso cattedrali o chiese importanti costituiva una opportunità in tal senso. Tale incarico era sicuramente impegnativo ma lasciava tempo per dedicarsi alla composizione e alla rappresentazione di opere liriche. Gli autori dei quali proponiamo all'ascolto brani di musica da chiesa, o normalmente definita sacra, si dedicarono al teatro musicale e quasi tutti esercitarono incarichi presso cappelle musicali ecclesiastiche. Abbiamo scelto, in particolare, compositori che hanno svolto tale incarico nel Duomo di Milano: Giuseppe Sarti (dal 1779 al 1784), Nicola Antonio Zingarelli (nel 1793), Benedetto Neri (dal 1824 al 1841). Lavorarono anche presso altre istituzioni ecclesiastiche: Pasquale Anfossi presso l'Ospedale dei derelitti a Venezia (dal 1771 al 1780) e, successivamente, dal 1792, fu maestro di cappella presso la Basilica di S. Giovanni in Laterano a Roma; Nicola Antonio Zingarelli nel 1794, dopo l'esperienza milanese, ottenne il posto di maestro di cappella presso il Santuario della Santa Casa di Loreto e, nel 1804, divenne maestro del coro nella Cappella Giulia a Roma; Benedetto Neri, prima di essere nominato a Milano, fu per diversi anni maestro di cappella a Novara.
Musica sacra, da una parte, e musica lirica dall'altra; ognuna con le sue proprie esigenze, modalità e funzionalità: linguaggio, contenuti testuali, forme, stile... La possibilità di contaminazione era inevitabile. Trattando, in particolare, del Duomo di Milano, l'impronta lasciata nel Cinquecento da San Carlo continuava, ancora nel Settecento, a essere forte e presente e lo rimarrà anche per tutto l'Ottocento: stile corale "alla Palestrina", sobrietà nelle dimensioni delle composizioni, precisa funzionalità al calendario liturgico, privilegiando un sostegno strumentale affidato ai soli due organi presenti in Duomo. Il maestro di cappella, nell’epoca considerata, svolge le proprie funzioni fedele al mandato ma non rinuncia a essere se stesso e il linguaggio indulge spesso, nei mottetti, come nelle antifone e nei salmi, a modalità che guardano con simpatia allo stile teatrale. Quando scrive per coro manifesta la propria solida formazione contrappuntistica, praticando la polifonia imitativa in modo corretto ed efficace ma piegandola alle esigenze del testo, soprattutto quando questo tratta di argomenti meno teologici e più riferiti ai sentimenti e alle vicende umane. Sempre nei cori non rinuncia agli effetti ricorrendo alla maestosità e forza delle masse omoritmiche policorali come ai chiaro-scuri drammatici che queste possono ottenere: ecco qui un evidente riferimento al teatro. Inoltre, compone spesso per voce sola accompagnata da un organo decisamente concertante e non ridotto al solo basso continuo. Altro esplicito riferimento, questo, al linguaggio teatrale, all'aria. Il Romanticismo musicale in Italia trova soprattutto nel teatro musicale la sua massima espressione. Le vicende umane più drammatiche, le psicologie spesso complicate dei personaggi, i quadri ambientali più aderenti alla realtà quotidiana e non più a un passato fantastico e improbabile, trovano nel teatro piena rappresentazione. Anche in ambito sacro gli stessi compositori non rinunciano a trattare i testi utilizzando il medesimo linguaggio drammatico del teatro. Il programma inizia con Salve Regina di Pasquale Anfossi e Ad fontem amoris
di Giuseppe Sarti, saldamente ancorati nelle consuetudini formali e nei procedimenti del classicismo per ritrovare poi, nelle successive composizioni di Nicola Zingarelli e Benedetto Neri chiari segni di un'evoluzione verso modalità espressive più rispondenti ai suggerimenti drammatici portati dal testo. L'Ave Maria di Giuseppe Verdi costituisce un gioiello musicale efficacissimo più che per la rappresentazione di una realtà per essere sinceramente intima preghiera.
Mario Valsecchi
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Mario Valsecchi coordina e dirige I Civici Cori - Civica Scuola di Musica Claudio Abbado. È inoltre organista titolare presso la chiesa arcipresbiterale di Calolziocorte (LC), direttore artistico e musicale di Nova et Vetera - Orchestra da Camera di Lecco, direttore del coro da camera della Cappella Mauriziana, direttore della Cappella Musicale della Cattedrale di Bergamo. È direttore artistico di rassegne musicali nelle province di Lecco e Bergamo. In qualità di organista si dedica, in particolare, allo studio e all’esecuzione del repertorio barocco, romantico e contemporaneo. Predilige programmi monografici, dedicati a un autore, a una scuola organistica o a un preciso riferimento liturgico. Svolge un’intensa attività direttoriale, particolarmente dedicata ai capolavori della musica “sacra”, tra cui Johannes passion
di J. S. Bach, gli oratori Giuseppe in Egitto di L. Rossi, Caino e Abele di B. Pasquini, La Giuditta di A. Scarlatti, La Susanna di A. Stradella, Jephte di G. F. Haendel, La Creazione di J. Haydn, Oratorio di Natale di Saint-Saëns, Stabat Mater di T. Traetta e di J. Haydn, cantate e messe di J. S. Bach, W. A Mozart, J. Haydn, Schubert, F. Mendelssohn, Passio secundum Joannem di A. Pärt. È autore di numerose composizioni polifoniche scritte, in particolare, per la Cappella Musicale del Duomo di Bergamo.
Altre attività collaterali alla mostra Romanticismo
17 febbraio 2019 ore 17.00
Chiesa di San Giuseppe
via Verdi, Milano, ingresso libero
Sacre canzoni, autori italiani dell’era romantica
Studenti della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado
Loris Peverada, pianoforte
biglietti
ingresso libero fino a esaurimento posti
Chiesa di San Giuseppe, via Verdi
MM Montenapoleone, tram 1, 2, 12, 14
info
Associazione Culturale La Cappella Musicale
via Vincenzo Bellini 2 – Milano tel. 02.76317176
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